martedì 25 dicembre 2018

Napoli tra sacro e profano: il rito delle "anime pezzentelle"

Chi non ha ascoltato almeno una volta 'A livella di Totò?
Una poesia ironica e delicata, portatrice di un grande insegnamento, che di fronte alla morte siamo tutti uguali.
Si racconta che la sua ispirazione abbia radici nell'infanzia del piccolo Totò, passata nel Rione Sanità, a stretto contatto con luoghi come le catacombe di San Gaudioso, dove giocava con altri bambini tra i cunicoli sotterranei con teschi esposti e scheletri dipinti.
Ma non dobbiamo storcere il naso o pensare che sia macabro.
Napoli e i napoletani, cosa assai nota, hanno un'attitudine ad affrontare la vita in un modo tutto loro,  sfidandola, deridendola e amandola, con viscerale passionalità e ingenuo entusiasmo.
Sempre con la battuta pronta, urlano, piangono, ridono, amano e odiano in maniera teatrale, che a volte ti chiedi se sono seri o se ti stann sfuttenn.
ed è probabile che ti stann sfuttenn.
Così come la vita, i napoletani affrontano in maniera altrettanto peculiare la morte, creando una corrispondenza tenera e sfrontata, un rapporto quotidiano di rispetto, fino ad esorcizzarla e a far rivivere chi ormai non c'è più, in un rito che unisce sacro e profano: il rito delle anime pezzentelle.


A capuzzell, uno dei teschi posti all'entrata della Chiesa di Santa Maria delle Anime del Purgatorio ad Arco



Facciamo un passo indietro: Napoli nella sua storia è stata colpita da due gravissime epidemie, peste nel 1656 e colera nel 1836, che ne hanno decimato la popolazione.
I migliaia di corpi delle vittime vennero ammassati in ossari e fosse comuni e a essi si aggiunsero anche i corpi di chi semplicemente non aveva la possibilità economica per un rito di sepoltura.
Tutti loro, senza nome e senza identità, divennero le anime pezzentelle, anime abbandonate vaganti per il Purgatorio.
A loro dunque si rivolge la pietas popolare, che adottando un cranio ( a capuzzella), ne lenisce le pene con preghiere e cure ( i refrischi), per assicurargli il trapasso in Paradiso.
In questo modo l'anima pezzentella che dimora nel cranio prescelto ( spesso è l'anima stessa che sceglie il devoto che poi la adotterà, comparendo in sogno) diviene intermediario tra il mondo terreno e il mondo celeste, cui ci si affida per chiedere una grazia.
Non è raro vedere teschi poggiati su bianchi fazzoletti ricamati, posti in teche, circondati da corone di fiori, candele e rosari, con lettere di richieste o ringraziamenti per grazie ricevute con la loro intercessione.

Se si desidera conoscere più profondamente questo rito sono senz'altro due i luoghi da visitare a Napoli: il Complesso Museale di Santa Maria delle Anime del Purgatorio ad Arco e il Cimitero delle Fontanelle.

Ma andiamo con ordine.
Dopo più di un decennio di amicizia con la mia amica Antonellina (che proprio "ina" non è, dato il suo metro e settantacinque di altezza), finalmente riusciamo ad organizzare un week end fuori porta ( di solito è lei che mi ospita nella sua terra natia, la Puglia, in quel piccolo gioiellino che è Ceglie Messapica) e scegliamo di visitare Napoli. Lasciando ad altro post l'elogio della sfiga che ci ha accompagnato, abbiamo scelto di dare un tocco esoterico alla lista delle cose da vedere, e quindi abbiamo visitato entrambi i siti.
Io e Anto, da notare che per quanto lei provi ad abbassarsi non riesce a essere alla mia altezza (ahahah)


COMPLESSO MUSEALE DI SANTA MARIA DELLE ANIME DEL PURGATORIO AD ARCO

Situata su via dei Tribunali, questa piccola chiesa barocca si sviluppa su due piani.

entrata complesso monumentale

Al piano terra ( che rappresenta la dimensione terrena) si possono ammirare quadri di evidente stampo caravaggesco e dietro l'altare il teschio alato, simbolo dell'elevazione dell'anima dopo la morte.

teschio alato

Scendendo per una piccola scaletta posta alla sinistra dell'altare, si arriva all'antico ipogeo, che è quasi come se scendessimo nel Purgatorio. E' una seconda chiesa, identica per struttura e grandezza a quella superiore, ma molto più austera, con nicchie e altarini lungo le pareti che ospitano alcune anime pezzentelle.

ipogeo

Attraversiamo l'area e andiamo sempre verso sinistra ed entriamo nella zona di sepoltura.
La ragazza che ci fa da guida spiega minuziosamente il rito che si snoda tra usanze popolari e misticismo, arricchendo la narrazione con leggende e storie sui teschi lì presenti.

anima pezzentella nella sua nicchia ornata da mattonelle, per farla riposare in un ambiente domestico

Tra tutti ci indica l' anima pezzentella più famosa, Lucia, un piccolo cranio ornato da una corona e da un velo da sposa, circondato da un tripudio di fiori, lettere, coccarde, ex voti, santini, rosari, pizzi e merletti.
La tradizione popolare ha intessuto la sua storia e la sua morte di romanticismo e sofferenze, e sebbene nessuno sappia la verità, è sicuramente vera la devozione di cui gode la sua figura.

Nel pomeriggio del giorno dopo io e Anto andiamo a visitare il Cimitero delle Fontanelle.

IL CIMITERO DELLE FONTANELLE

Detto così per la presenza nei tempi che furono di fonti di acqua, questo cimitero si trova nel rione Sanità.
Per giungervi ci siamo allontanate dal centro storico della città, ma prendendo la metro fino alla fermata Materdei e seguendo le numerose indicazioni, è stato molto semplice arrivarci.

Cimitero delle Fontanelle


E' un'enorme grotta di tufo, ricopre un'area di 3.000mq e si dice che raccolga fino a 40.000 resti umani.
Anche qui ci sono anime pezzentelle più famose di altre, come per esempio quella del Capitano o di Pasqualino.

Il Capitano

Si possono incontrare tombe con scheletri interi deposti, come quelle di Filippo Carafa conte di Cerreto e la  moglie donna Margherita ma la maggior parte sono ossa e teschi meticolosamente posizionati ai lati delle varie gallerie, e alcuni di loro hanno trovato ricovero in teche adornate, oggetto del rito del rifrisco.
Donna Margherita, si dice morì strozzata da uno gnocco, per la bocca aperta

Nelle varie nicchie e crocevia sono stati creati altari e strutture devozionali, come la statua del Monaco decapitata o come il Golgota fatto di ossa sovrastato da tre spoglie croci.

Il Golgota di teschi

Tra i due siti ho preferito di gran lunga il cimitero delle fontanelle, forse perché è lontano dal trambusto e dal voyeurismo turistico, e ha mantenuto intatti la sua sacralità e il suo fascino.
Inoltre il complesso delle anime del purgatorio si può visitare solo con la guida e quindi con tempistiche prestabilite ( comprensibilissimo vista la mole di gente che ogni giorno accolgono), mentre il cimitero delle fontanelle, senza guide, a ingresso libero, gode di pace e di raccoglimento.
Certamente molti occhi ( compresi i miei) sono curiosi e attratti dall'aspetto storico \ folcloristico del rito, ma vi posso assicurare che una volta all'interno del cimitero delle fontanelle sarà impossibile rimanere imperturbabili.
anime pezzentelle

Per quanto ciascuno di noi possa avere credi religiosi e\o idee diverse, il trovarsi a tu per tu con la morte non può lasciare indifferenti.
E' un luogo suggestivo, che nella sua struttura imponente incute rispetto, e che nei suoi vicoli silenziosi ti accompagna a piccole riflessioni personali.
Per me è stato un viaggio nella storia di questa città, nel passato di queste anime e  anche un po' nel mio vivo presente.

Nel 1969 il Cardinale di Napoli con un decreto del tribunale ecclesiastico vietò il rito delle anime pezzentelle, perché ritenuto pagano e superstizioso, ma ancora oggi qualche capuzzella bisognosa di cure e di preghiere riceve il suo rifrisco.

Lascio dei link interessanti per chi volesse visitarli, prenotare un tour guidato o solo approfondire:
Ulisse il fascino della scoperta - puntata su Napoli
Cimitero delle fontanelle
Complesso Museale Santa Maria delle Anime del Purgatorio ad Arco

1 commento

  1. Molto veritiero e molto toccante come esperienza...è come essere lì, di nuovo.
    Salve...sono l'Antonellina ;)

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